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E Forse Ne Faccio Due

by Tutte Le Cose Inutili

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1.
ti potrebbero rubare anche tutti i soldi che hai,i ricordi delle cene di natale,quando ti sei addormentata sul marciapiede perchè non c'era più niente da bere,ti rubassero anche quell'arpa con dieci milioni di corde che ti ritrovi sulla testa,quando piangevi mentre ridevi,e quando sorridevi mentre piangev,ti lasciassero anche solo la tua dolce curiosità,scrivimi come dormi,se dormi,e se per caso dormi,se ci sono in uno,in almeno uno dei tuoi pensieri felici,in tutte le cose inutili a cui ti capita di pensare.
2.
perchè se ci dicevamo delle cose brutte poi il cielo ci nevicava addosso anche ad aprile,e d'estate c'erano dei giorni che le stelle sparivano col cielo sereno.che poi finisce luglio e ci sono due nuovi tipi di zanzare e cento nuove canzoni con i soliti tre accordi.negli schermi i soliti carriarmati vestiti d'amianto sfilano negli occhi di ieri oggi la maledizione sconfina in un lugubre pianto,sempre più stanco d'avere davanti il mio sorriso,il mio sonno,il mio niente e d'avere ancora sprecato le occasioni che ora sono distanti.tu adesso lascialo stare il pensiero lascia che l'anima crei con dei disegni il profilo di un veleno.sarà il mio ultimo grande sforzo,il mio prossimo grande sforzo,studiare i tuoi perchè.e raccontami dei consigli che ti porta la notte,la notte che ti porta dei consigli a coppie e parlami della tua notte che ti porta i consigli,le tue notti a coppie,le tue notti senza coppie.e parlami dei tuoi consigli e dammi la notte dammi la notte,dammi la tua notte, cosa ti importa se ho vent'anni ecco il mio ultimo tentativo la mia ultima occasione di stupirti che tanto lo che ti ritrovo davanti e lo vedi,solo a pensarci non mi viene niente in mente.
3.
e una volta a casa,solo le gambe che ti fanno male,con gli occhi rossi di chi ha avuto l'impressione di aver visto qualcosa nel cielo,l'impressione di volare.quel cielo che cambiava colore,di quei colori messi al computer che ti dico che è una foto,e tu mi dici che è stata ritoccata col computer.ritoccate come le nostre giornate come le nostre vite incanalate di giornate che passano e chissà come passano nei tunnel trimensionali come quando ci tiravano addosso punte di matite spezzate,per farci scrivere tutto,per farcelo scrivere male.e nella collina dei ciliegi per uno scherzo del destino ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini per un gioco del mattino dopo il sabato,in una notte che ci venivano in mente tutte le morti causate dall'acqua.non stavo vivendo nè morendo non sapevo niente guardando nel cuore della luce ecco il silenzio non potevo parlare i miei occhi fallivano e centinaia di persone che girano attorno all'arrivo,alle dichiarazioni d'amore,ai testamenti,alla notte.papà lasciamo tutto e andiamo via.sarebbe tutto nuovo come se non mi fossi mai trovato davanti al mare come se non avessi mai sentito il suono della pioggia dentro i miei passi,come se non avessi mai sentito il rumore dei miei passi,come se non avessi mai fatto l'amore,come se non avessi mai scritto nulla sui cartoncini bristol i fogli bianchi quelli neri e anche sulle piastrelle,come se non avessi mai creduto a niente,come se non avessi mai creduto a niente di quello che mi dicevi,come se non avessi mai amato niente di quello che mi dicevi.e una volta a casa,solo le gambe che ti fanno male,con l'impressione infinita per una attimo,l'impressione di volare.
4.
la bambina assaggia il gelato della malinconia,veste di rosso e canditi e non urla, sussurra dei versi di omero imparati da un libro con disegni bellissimi.mano nella mano con il suo amore un coniglio d'argento cammina mimetizzandosi con i bus,e io mi sono moltiplicato per saentirmi.katy si è persa mani giganti la sommergono, parole la demoralizzano, quel cielo verde la seduce la conduce in un giorno piovoso e io intanto ho mal di testa e di universo.sorride sorride sorride sorride e poi si perde nelle insegne del venerdì.e io per assenza esisto come il vuoto.ora che c'è da dire ormai i telegiornali non si interessano a noi, il bacio che mi hai fato sul letto il suo profumo è rimasto per giorni, è curioso come più ci allontaniamo più il vento ci avvicina è curioso come io ti veda come non ti ho mai vista prima. n
5.
e chissà dov'eri quando pioveva senza sosta e senza ombrello guardavo immobile la chiesa di santa maria novella,l'avresti dovuta vedere che era come una fotografia sfocata, con l'acqua che gli sbatteva addosso e il campanile come in un altro tempo già a toccare il cielo,il sereno.ti avrei voluto vedere mentre la guardavi come in un domino spazio temporale sotto il temporale.potevo essere un gatto e giocare con la mia coda senza sapere che fosse mia,e camminavo invece per firenze e avevo la vaga,la vana intuizione di vederti in quasi tutte le pozze che si formavano,come dei vuoti come degli essori proprio davanti ai miei passi.camminavo e mi bagnavo e sotto l'acqua ti pensavo sotto l'acqua ti volevo.almeno ti avessi avuta vicino che ti potevo dire guarda,puoi chiudere gli occhi e non vedrai mai più nero,al massimo il marrone ill grigio scuro il verdebottiglia.te lo dirò quel giorno che davvero ti dirò tutto,prima della pioggia,prima della rivoluzione.
6.
ti ho guardata e ho pensato che ti avevo già incontrato,mi avevi già ancorato da qualche parte,forse in un sogno,e non ricordo neanche la notte che ti ho fatto arrivare.forse davvero il tuo viso mi è apparso fra tanti,e la memoria l'aveva dentro di sè,come in custodia,per farlo tornare.ed eccolo arrivare.e oggi non è il giorno che ti faceva paura ieri?ti fa forse paura il sole,le ore.e per le tue follie per i tuoi tormenti,così distante da farmi perdere,in te.poi "pensai così tanto che mi uscì il sangue dal naso",pensai a quanto nulla accade per caso,quando anche un gesto non esiste senza un finale.ho letto un libro e la protagonista aveva il tuo nome.sfiderò timidezze terribili,per darti un sorriso,per farti cullare da un vento morbido di seta,ti ho sognato che ti baciavo,ti ho sognato e non sapevi di baci,e guardavo la tua mano aprirsi e pensavo,non abbandonarla,non abbandonarla mai.e per le tue follie,per i tuoi tormenti,così distante da farmi perdere,in te.mi muovevo come un'onda,sulla tua pelle,disegnando carezze e parole,come se chiudendo gli occhi ti avessi pensata su un letto di foglie di platano,che dormivi.
7.
e se trovassi una strada per andartene amico mio,che non fosse per sempre che non fosse con niente.e se trovassi la pace nella storia amico mio,giocheremmo insieme di notte saremmo più ladri di giorno.e se arriva la notte a far paura amico mio,giocheremo insieme a chi perde,ci giocheremo la notte e le stelle.e se trovassi una strada per andartene amore mio,magari fosse per sempre.e se trovassi la pace nella storia amore mio,cercheremo nei libri la notte faremo all'amore di giorno.e se arriva la notte a far paura amore mio,resteremo per sempre nel letto ci sciuperemo i nostri figli nel letto.e avremo subito cento punti in regalo,dalla vita.la promozione esclusiva di chi è solo,la promozione esclusiva. alla fine qualcuno ci ha mai promesso niente?e allora che cosa aspettiamo,aspettiamo che atomi si aggreghino ad altri e che reazioni chimiche cambino per sempre queste strade.e non mi rendo ancora conto del trasporto straordinario dei miei sogli sbatacchiati su un vagona tra prato e firenze.ti invidio perchè pensi ai tuoi sogni come massi per un tempio,i miei sono come pioggie improvvise e rapide di primavera,e fanculo se certi libri non li leggerò mai perchè hanno la copertina brutta.e poi un giorno smettiamola col vizio di guardarci giusto il tempo di sentire male,capirei se qualcuno di noi avesse un problema di cuore,per spiegare tutta questa lentezza,tutta questa attesa.
8.
Idee #3 03:25
e l'unica cosa a cui posso pensare è tutto,vedo come tutto può cambiare in un attimo.è fantastico come in questi momenti milioni di persone avranno gli stessi miei pensieri e non mi sento più unico. e nel profondo dell'oceano dove tutte le speranze muoiono non mi calerò a cercare una parola da distribuire al mondo.ma mi stavo muovendo nel silenzio denso senza muovere un muscolo,e qualcosa mi trasportava,non so cosa fosse ma il sottofondo era una canzone di einaudi che si chiama le onde. e cercavo te e almeno te c'eri e cercavo le mie mani e sapevo ancora suonare e cercavo dei versi su un libro che nessuno si permetterà mai di cancellare:verrà la morte e avrà i tuoi occhi diceva.e la fine del sentiero dove quattro strade si incontrano aspetta te,e gli assassini sono raggruppati in file di quattro e danzano.vorrei un giorno dire di aver fatto tutto,tutto ciò che avrei voluto,mi piacerebbe peregrinare per il mondo,perdermi a parigi o sanpietroburgo,lasciare qualcosa di me,che sia un opera incompiuta,un figlio,un piccolo arbusto piantato un giorno in cui mi sentirò solo.io sono così tanto un sognatore che a volte penso di poter ordinare il mondo,che ogni volta invece impazzisce,dà solo segni di agitazione. ossi di seppia,retorica,anacoluto,epiphany,gedichte,janvier,surrealismo,i fratelli strasser,il giudizio sintetico a priori,le idee sono mille ordinale ordinale ordinale.
9.
ti immagini,se ci ritrovassimo per caso,e da soli,in quel quadro di pissarro,che ci voltiamo un'attimo indietro perchè abbiamo perso tutti gli altri,e poi camminiamo,e ti sto sulla sinistra per donarti il mio lato migliore,e mentre camminiamo ci scappa un sorriso,perchè fai tre passi ogni mio passo.una schiera di lampioni anni quaranta ci indica la strada,nel diluvio che cade sul boulevard montmartre,e la pioggia non ci ferma,e ti racconto scherzando dei miei capelli impermeabili;se ti impegni ci vedi vicino alle logge che ti accendi una sigaretta e io ti copro il capo con una maglia che ha il colore dell'oro.siamo così vicini che ci riscaldiamo col nostro fiato,e te sembri avere lo stesso sguardo enigmatico.ti sfioro le guance e quasi non mi guardi,ma a casa ho capito che non ci vuoi andare.dal ristorante ancora aperto proprio dietro di noi ,qualcuno suona piangendo una canzone,e noi ci cantiamo sopra,ridento,le parole di un'altra canzone,di quella che dice comprerei da te ogni sorta di magia.poi inizi a parlare,che il giorno è ancora lontanissimo,parli e ti ascolto,neanche tu fossi un disco di leonard cohen.ci conosciamo appena,ma capisci in anticipo i miei gesti,e mentre sto per chiederti di camminare ancora,mi volto e non ti trovo,e sei già venti metri avanti.superiamo come birilli gli innamorati che litigano,e lei è sul marciapiede e lui sotto,superiamo gli anziani che ci guardano male perchè ci fumiamo negli occhi.quando ti prendo la mano e ho in mente quella frase che l'amore non è una marcia vittoriosa,ti prendo la mano e ti dico che sei sempre più bella.poi arriviamo in fondo,al boulevard montmartre,è notte,e decidiamo di tornare a casa.
10.
Attenzione 02:27
e se non torni più mancherà solo una stella,un po' come quando fuori è nuvoloso e i lampioni sembrano ruotare attorno alla città,e mancherà solo una piastrella e basterà fare più attenzione.e se non torni più mancherà solo una corda e sarà più difficile suonare come sempre ma mi potrò impegnare di più in una musica più scontata,e mancherà solo una storia,che lo sai che le storie se non le racconti non esistono perchè sono un impasto di farine magiche,speranze,sperma.e se non torni più macherà solo un numero e sarà come restare di nuovo ad un punto dai campioni,perchè se non torni più io potrei anche andarmene,e ti basterà fare più attenzione.e se ne vanno tutti con la faccia di chi deve andare e di chi va,e magari non ci vedremo più e finirà per sempre la notte,e andremo a letto presto per alzarci alle cinque per andare a fare un lavoro di merda.e ora non c'è nessuno che vuole vedere più a fondo,non c'è nessuno che vuole riempire il mio vuoto,quello spazio in cui stavamo ad evitare le calamità,con la musica che ci piaceva in sottofondo che io l'alzavo per cantare e tu ti incazzavi perchè non ti ascoltavo più parlare.e che quando facevamo l'amore potevi sentire dei piccoli terremoti che ora tacciono,nel punto più interno del nostro corpo,il nostro corpo scolpito nel legno,come una bacheca dalla memoria infinita,come se fossimo delle tombe egizie molto fragili.e tu che ti guardi addosso e non più dentro.
11.
piove,piove,e si riempiono le bottiglie di moretti lasciate a morire sui marciapiedi.caldo,caldo e cadono gocce che sono grandi come i tuoi occhi,e tutti i sogni che c'hai dentro.e i pensieri in doppia fila nelle tue voglie riservate e quaranta vaffanculo di multa quando non ti chiamo per tre giorni e poi un sabato mi insegni a nuotare,e poi un sabato ti insegno a sognare,nel mare.poi piangevi,e ti chiedevi chi cazzo sono,che cazzo farò mai,chissà se poi mi scopi solo perchè ho le tette grosse,e quel cantante inglese poi me lo sposo,come il professore di storia,poi domani cancello facebook non siamo più amici e vado a correre,poi un giorno vado a lavorare e forse faccio un bambino,forse ne faccio due.e mentre pensavi in un attimo ero sotto le tue labbra a baciarle,per darti un sorriso,per allungare la notte.
12.
perdona tutte le cose inutili che queste mani hanno fatto,ora stringile.non vedi come si tendono,barcollano poi si ritirano pronunciando preghiere underground,danzando sugli spigoli si sciolgono in tormenti che non ascolterai adesso stringile.e al mattino non cercherò scioccamente di scacciare il primo raggio di luce che ti sveglia,come potrei.ci sarà qualcosa di buono che sapranno aggiungere,e qualcosa di brutto che sapranno portare via.non temo nulla da quando non ci sei,nemmeno i tuoi addii.e una volta fuori da quella porta non ti voltare,vivi. da una poesia di Rina Xhihani

about

Tutte Le Cose Inutili/Toten Schwan Rec (2012)

credits

released September 11, 2012

Registrato tra marzo e aprile al Supa Studio (Prato) da Lorenzo Supa Bigi. Cori di Mirko Lisella e Francesco Meo Meucci,che adesso è la metà di questo progetto. Carillon suonato da Matteo Palli. Grazie ai TipiPesi,alle persone incontrate suonando,a Toten Schwan,a te e a tutte le cose da fare.

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Tutte Le Cose Inutili Prato, Italy

Tutte Le Cose Inutili sono un duo chitarra e batteria classe 1990 che fa il cantautorato punk.
Dal 2011 hanno pubblicato tre dischi, tre libri e suonato in oltre 350 concerti in tutta Italia.

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